Bisogni Educativi Speciali parte 1: cosa sono

La normativa vigente in materia di Bisogni Educativi Speciali è regolata dalla direttiva sui BES del 27 dicembre 2012.
Secondo il documento, “gli alunni con disabilità si trovano inseriti all’interno di un contesto sempre più variegato, dove la discriminante tradizionale – alunni con disabilità / alunni senza disabilità – non rispecchia pienamente la complessa realtà delle nostre classi”. Appare quindi necessario rivedere l’approccio utilizzato, virando decisamente verso una tipologia di approccio educativo, “per il quale l’identificazione degli alunni con disabilità non avviene sulla base della eventuale certificazione”, ma occorre considerare “la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale”.
In questa prospettiva, secondo il documento, i principali motivi per i quali un alunno potrebbe presentare una situazione di Bisogni Educativi Speciali sono:
1) lo svantaggio sociale e culturale,
2) i disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici,
3) le difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana (in quanto appartenenti a culture diverse). È chiaro che, rispetto alla normativa attualmente in vigore, solo il secondo punto è ampiamente trattato, dato che vi rientra sia la normativa sulla disabilità, sia quella più recente sui DSA. Per gli altri, invece, le istituzioni scolastiche devono spesso arrancare fra normative carenti e “scarsamente finanziate”, come la 440/97, che istituiva un fondo per l’arricchimento dell’offerta formativa, ormai praticamente rimasto senza fondi. Ma anche molti dei disturbi specifici non hanno una diagnosi o dei protocolli di analisi ed intervento, non possono venir certificate ai sensi della legge 104 / 92 e quindi non hanno diritto alle provvidenze né alle misure previste dalla stessa legge, incluso il docente di sostegno. Ovviamente, nel caso in cui il bes non sia diagnosticabile da enti esterni, come le categorie relative alla 104 o ai DSA, il compito di individuare i bisogni ed organizzare un piano articolato per l’inclusione e il successo formativo dell’alunno ricade interamente sui docenti.

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